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La prima puntata di Made in Sud e la recensione.

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Il Made in Sud “made in Freccero” era partito con due intuizioni felici: dare una concreta possibilità a Stefano De Martino, ragazzo genuinamente simpatico e non un nome esclusivamente legato ad affair di gossip, e snellire la durata di una puntata visto che la fine della prima puntata del varietà comico di Rai 2 era annunciata per le ore 23:40, un mezzo miracolo di questi tempi.

E San Gennaro, purtroppo, il miracolo non l’ha fatto, considerando che la puntata d’esordio della nona edizione di Made in Sud è finita a mezzanotte inoltrata, ore 00:16 precisamente. E pazienza, ce ne faremo una ragione…Se il problema di Made in Sud, però, risiedesse soltanto nella durata, ci fermeremmo qui ma non possiamo.

E’ notizia recente, infatti, del colosso Netflix che ha scelto di puntare sui comedian Saverio Raimondo, Francesco De Carlo ed Edoardo Ferrario per una serie di speciali fruibili sulla piattaforma. Stiamo parlando di quegli stand up comedian che hanno vissuto recentemente un periodo fortunato (e celere), dal punto di vista televisivo, che la tv, però, ha sedotto e abbandonato, nel tentativo di addomesticarli, di addolcirli o di snaturarli direttamente (ciò che è accaduto a Giorgio Montanini a Le Iene si fa fatica a capire e a spiegare).

E’ ovvio che pretendere una svolta stile Netflix anche da Made in Sud sarebbe stupido anche perché ciò al quale auspichiamo non è un’egemonia della stand up comedy ma un innalzamento della qualità della comicità popolare che merita di continuare ad esistere.

Maurizio Battista, nonostante abbia tentato, non si sa bene il motivo, un mezzo suicidio professionale con il Grande Fratello Vip, è il numero 1 per quanto riguarda la comicità pop in Italia: fa ridere, sa intrattenere, tira avanti un programma anche da solo ed è attuale nonostante l’età matura e il pubblico lo premia, giustamente.

Sarebbe bello se Made in Sud, insieme al cugino milanese Colorado, mettesse insieme la volontà di Netflix di cercare e di puntare su nuovi linguaggi e la dedizione di Maurizio Battista di rappresentare il popolo (nell’accezione positiva di questo termine) con una comicità, appunto, popolare e popolana, senza ricadere nei ritriti luoghi comuni e senza scrivere testi con una superficialità che perfino un pubblico superficiale noterebbe.

Made in Sud, così facendo, non è recuperabile e non c’è De Martino che tenga.

Il lavoro da mettere in atto è sui comici che lo rappresentano, che tirano avanti la carretta per tre ore, che regalano al pubblico, non un varietà, ma un tour de force che costringe il telespettatore ad usare le mollette da bucato sulle guance per mantenere il sorriso, già forzato di suo, sul volto.

A guardare alcuni comici (leggendo il nostro liveblogging, quelli che sono andati meno bene sono facilmente intuibili), viene da chiedersi come sia possibile che, in Italia, non si riesca a trovare artisti anche solo un filino più esilaranti o perché non si voglia affiancare un autore valido ad un comico dall’immagine forte ma dalla penna debole.

Comici che toppano la prima battuta, la più importante, e li vedi arrancare per tutto il resto del pezzo: a volte, assistere a tutto ciò, e lo scriviamo senza sadismo, è desolante.

Lavorare sulla qualità della comicità, ecco cosa occorre fare.

E non puntare su una doppia conduzione inutile, De Martino/Trotta alternati a Gregoraci/Izzo, che appare come palese mancanza di fiducia per i due conduttori titolari.

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