Dagli scarti di olio di oliva ecco il progetto SOS
Per i settori industriali dell’alimentazione e della farmaceutica ci sono grosse novità: è nato infatti il progetto SOS – Sustainibility of the Olive-oil System, che coinvolge sei atenei italiani (tra cui quello di Bari) e che beneficia del supporto di dieci fondazioni bancarie – che prevede un riutilizzo degli scarti della produzione dell’olio di oliva. In ambito farmaceutico, ad esempio, è possibile usare gli estratti di foglie di olivo per limitare l’insorgenza di patologie dovute all’assorbimento di cadmio, oppure, per lottare contro malattie correlate alle infiammazioni o allo stress di natura ossidativa.
Gli estratti sono poi stati usati anche in ambito alimentare, per ottenere ad esempio una miglior conservabilità dei taralli, oppure, del paté di olive o, ancora, per gestire meglio la conservazione delle olive da tavola che siano state fermentate in salamoia. Le foglie di olivo, quindi, rappresentano una soluzione naturale tramite la quale ridurre il ricorso all’uso di conservanti chimici. In futuro, poi, potrebbero esserci pure nuovi approcci nell’uso di queste materie prime tanto per la realizzazione del packaging quanto per altri sottoprodotti.
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