Consulta: sì al suicido assistito in determinati casi
Con una sentenza che è destinata a passare alla storia, la Corte Costituzionale ha ieri stabilito che – a determinate condizioni – l’aiuto al suicido assistito non costituisce un reato ai sensi dell’art. 580 del codice penale, che lo ricordiamo, prevede l’aiuto e l’istigazione al suicidio con la reclusione fino a 12 anni: questa pronuncia è relativa al caso di Dj Fabo, per il quale Marco Cappato era stato rinviato a giudizio per appunto la sospetta violazione del predetto articolo di legge.
Agevolare quindi chi – come dj Fabo – ha deciso autonomamente e liberamente di scegliere il suicidio per porre fine alle sofferenze, interrompendo trattamenti di sostegno vitale in caso di patologie incurabili, non sarà più punibile. Dal canto loro, i medici hanno fatto sapere che per dare il via ad una procedura di suicidio assistito – secondo loro – bisognerebbe introdurre la figura di un pubblico ufficiale, in rappresentanza dello stato: un aspetto che potrebbe essere chiarito tramite una nuova legge.
I medici cattolici, dal canto loro, hanno già fatto sapere che eserciteranno l’obiezione di coscienza relativamente al suicido assistito.
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