ADHD Rush Hour: recensione
Dal 26 giugno arriva nelle sale cinematografiche “ADHD – Rush Hour” il film documentario di Stella Savino sulla sindrome da deficit di attenzione e iperattività che colpisce ogni anno milioni di bambini nel mondo.
Scritto e diretto dalla regista napoletana Stella Savino, al suo primo lungometraggio, la pellicola racconta come oggi nel mondo viene diagnosticata e curata l’ADHD, la sindrome da deficit di attenzione ed iperattività. Tra aule universitarie italiane, sofisticati laboratori di genetica e di Brain Imaging americani, interviste a dottori e genitori, la regista affronta un tema molto spinoso e sempre attuale.
La sindrome di ADHD, infatti, viene spesso diagnosticata in base a parametri molto soggettivi e delicati e soprattutto viene curata con le anfetamine. Così se da un lato la malattia si caratterizza per elementi e contorni molto labili, la cura risulta sempre molto attenta e sempre rispondente agli interessi economici delle ditte Farmaceutiche. Le conseguenze di tali cure, basate su anfetamine e somministrate anche a bambini molto piccoli, sono molto pericolose e vanno dallo sdoppiamento della personalità al suicidio, alla dipendenza di narcotici.
L’analisi attenta e dettagliata della sindrome attraverso la voce degli esperti viene intervallata poi dalla disperazione delle vittime: c’è Armando, un diciannovenne romano, poi c’è Zache di appena 10 anni che vive a Miami e Lindsay, venticinquenne di New York. Naturalmente in base al Paese in cui si vive c’è più o meno facilità nel diagnosticare e reperire i farmaci adeguati!
L’ONU ha lanciato l’allarme ADHD: “Il Consiglio invita le nazioni a valutare la possibile sovrastima dell’ADHD e frenino l’uso eccessivo del metilfenidato (Ritalin). Negli Stati Uniti è stata diagnosticata l’ADHD nei bambini di appena 1 anno”.
La regista con questo film non cerca risposte ma vuole semplicemente puntare i riflettori su questa “devianza – anomalia” che propria della società contemporanea: un mondo dove si corre per tutto e si aspira alla normalità – omologazione non lascia alcuno spazio alle diversità, alla creatività e libera espressione dell’individuo.
La denuncia della regista rende il docu-film “ADHD Rush Hour” una pellicola molto importante e drammaticamente attuale.
(Clicca sulle immagini piccole qui sotto per ingrandirle!)
Registrati per ricevere aggiornamenti via email e per non dover inserire sempre questi dati
oppure fai il login se sei già registrato.