I filtri per i selfie fanno venire voglia di bisturi
In una pubblicazione sul Jama Facial Plastic Surgery, gli addetti ai lavori mettono in guardia dall’uso dei filtri beauty sui selfie, una soluzione nata per ovviare alla presenza di difetti di vario tipo da parte delle persone: ebbene, l’uso di queste tecnologie, che portano i visi immortalati ad avere un aspetto al di fuori di ogni situazione reale, spingono gli individui a desiderare l’intervento del chirurgo estetico per eliminare eventuali difetti manifestatisi sul viso.
Nel gergo tecnico, si parla propriamente di disturbo dismorfico del corpo – BDD – e, negli Stati Uniti, lo stesso riguarda un individuo su 50: queste persone, sviluppano un disturbo di natura ossessiva compulsiva, sviluppando una vera e propria ossessione nei confronti di eventuali minori difetti estetici (talvolta addirittura inesistenti) che intravvedono nel loro aspetto, che li conduce a richiedere interventi di chirurgia estetica ripetuti nel tempo e che, addirittura, talvolta sono pure inutili.
Alla base di questa problematica, secondo l’articolo, vi sarebbero particolarità genetiche o, ancora, un’elaborazione scorretta della serotonina (che sovraintende alla felicità), come del resto, anche traumi in età infantile o uno sviluppo in contesti avversi.
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